mercoledì 18 novembre 2009
I paninari
Il termine "paninaro" nacque a Milano, e da lì si diffuse prima nell'area metropolitana milanese poi in tutta Italia (per esempio a Bologna con i zanarini a Roma con i tozzi) e in alcuni paesi europei. Il paninaro costituiva una sottocultura giovanile caratterizzata dall'ossessione per la griffe nell'abbigliamento e in ogni aspetto della vita quotidiana, il rifiuto della politica e l'adesione a uno stile di vita fondato sul consumo, il divertimento ad ogni costo e la spensieratezza. Per i primi anni fu totalmente apolitica, vero punto di rottura con i super-politicizzati anni settanta.
L'abbigliamento del paninaro prevedeva giacconi imbottiti (es. Moncler, Henry LLoyd), stivali da mandriano (es. Frey o Durango), jeans (es. Levi's , Enrico Coveri, Uniform, Rifle in velluto millecoste, Avirex, Americanino, Stone Island o Armani), tra le felpe (byAmerican, Best Company), maglioni (es. Marina Yachting), cinture di pelle (es. El Charro), camicie a quadri (es. Naj Oleari), calzini decorati a rombi della Burlington per i ragazzi, e colorati della Naj Oleari per le ragazze e scarponcini (es. Timberland), Celini oppure scarpe sportive Superga colorate, Vans (rigorosamente senza stringhe) e più tardi New Balance e Nike.
Il gergo dei paninari è modellato sul linguaggio giovanile dei giovani milanesi. Erano frequenti le abbreviazioni (es. Le Timba, Faccio il week a Curma, La squinzia ha imposto il cappuccio), talora combinati agli accrescitivi (es. Panozzo), così come i continui ricorsi, spesso maccheronici, all'inglese (es. Una sfitinzia arrapation, Very original, Il mio boy, Arrivano i Ciàina, deformazione dell'inglese chinese, cinese ovvero militante di Sinistra o più esteso, appartenente ai gruppi antagonisti) o ad altre lingue (I sapiens, Mi gusti mucho).
Quella dei paninari è stata la prima sottocultura italiana a poter eleggere i propri idoli musicali attraverso la televisione. La rete televisiva Videomusic e il programma di Italia Uno Deejay Television diffondevano i videoclip di alcuni gruppi e solisti pop, in gran parte britannici, su cui conversero i gusti dei paninari italiani: sorse, ad esempio, un'agguerrita competizione tra gli ammiratori dei Duran Duran e degli Spandau Ballet. Tra gli altri musicisti preferiti dai paninari c'erano gli Wham!, i Simple Minds, i Frankie Goes to Hollywood, Boy George e naturalmente i Pet Shop Boys, che pubblicarono addirittura un brano, chiamato Paninaro.
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